Clorexidina: perché è il gold standard in odontoiatria

La Clorexidina (CHX), è un disinfettante utilizzatissimo dai dentisti. Possiede potenti proprietà antisettiche che lo rendono il gold standard in odontoiatria. Viene usato per la cura e la prevenzione di determinate patologie del cavo orale, per trattamenti chirurgici e non, e per decorsi post operatori. La Clorexidina è molto importante anche per la disinfezione di protesi e impronte.

Il collutorio con Clorexidina è inoltre un prodotto fondamentale per l’igiene orale domiciliare. In questo caso è fortemente consigliato attenersi alle indicazioni del proprio dentista, così da evitare effetti collaterali derivanti da un suo utilizzo improprio. In questo articolo approfonderemo la natura di questa sostanza, i suoi modi d’uso e le sue controindicazioni.

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Clorexidina cosa è

Da un punto di vista chimico, la Clorexidina è una molecola cationica bis-biguanide sintetica composta da Carbonio, Cloro, Azoto e Idrogeno. Per natura idrofoba, nell’uso odontoiatrico la molecola si lega a composti anionici, come ad esempio il gluconato. Questo la rende moderatamente idrosolubile. Viene naturalmente inibita da alcune sostanze organiche, tra cui  sangue e pus. Associata a molecole presenti nei dentifrici, quali sodio lauril solfato e sodio monofluorofosfato, la sua attività risulta ridotta. A seconda della sua concentrazione, può avere due effetti differenti:

  • Bassa concentrazione: Tra 0,02% e 0,06%, impedisce la riproduzione dei batteri (effetto batteriostatico).
  • Alta concentrazione: Oltre 0,12% uccide i microrganismi (effetto battericida).

La Clorexidina è classificata tra i battericidi ad ampio spettro. Ha un’efficacia migliore sui batteri Gram-positivi rispetto ai Gram-negativi e non funziona sulle specie resistenti all’acido. In compenso si può utilizzare anche per curare infezioni virali e fungine, tra cui quella da Candida Albicans. Viene solitamente somministrata sotto forma di collutorio o gel.

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Clorexidina: quando è indicata

L’utilizzo della Clorexidina è particolarmente indicato nella pratica protesica. In questi casi il disinfettante scelto deve possedere un potere antibatterico, antivirale e antifungino, ovvero caratteristiche tipiche della Clorexidina. Il suo impiego è inoltre vantaggioso per il fatto che non corrode, né danneggia, plastica e gomma. La disinfezione di una protesi avviene tramite immersione in un composto di Clorexidina con concentrazione minima dello 0,2% o erogazione spray.

Il ricorso alla Clorexidina è inoltre correlato a particolari trattamenti odontoiatrici. Nella cosiddetta pratica di Full Mouth Disinfection ad esempio, il dentista segue un protocollo che prevede la combinazione di sciacqui con Clorexidina allo 0,2% e l’applicazione di gel all’1% nelle tasche gengivali. La sua azione antimicrobica è altresì fondamentale per aumentare l’effetto antibatterico di interventi meccanici quali detartrasi, root planing o scaling. Per concludere, la sostanza è un’alleata fondamentale nel trattamento di infezioni acute o malattie croniche del cavo orale.

Clorexidina: come mai è il gold standard in odontoiatria

La Clorexidina possiede dunque caratteristiche che la rendono il gold standard dei disinfettanti in ambito odontoiatrico. Quella più importante è probabilmente la sua sostantività, ovvero la capacità di permanenza all’interno del cavo orale. La sua natura cationica le permette infatti di legarsi tanto ai microorganismi, quanto alle varie superfici della bocca, ovvero:

  • Denti
  • Pellicola acquisita
  • Mucosa
  • Cavo orale

Il suo effetto a rilascio graduale è dunque duraturo: dopo un solo risciacquo con collutorio con Clorexidina , la saliva mantiene un effetto antibatterico per 5 ore. La permanenza sulle superfici orali arriva invece addirittura a 12 ore, garantendo anche un effetto antiplacca.

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Clorexidina colluttorio vs collutori generici

L’utilizzo della Clorexidina collutorio è molto frequente. Tuttavia non bisogna fare l’errore di pensarlo come una semplice alternativa ai collutori generici. Al contrario di questi ultimi infatti, il collutorio con Clorexidinia non è idoneo ad un uso quotidiano. Viene generalmente prescritto dal dentista, in caso di:

  • Trattamento di gengiviti e parodontiti.
  • Preparazione a interventi protesici e relativo decorso post-operatorio dopo l’impianto delle protesi dentali.
  • Manutenzione delle protesi.
  • Pazienti immunosoppressi o sottoposti a chemioterapia e radioterapia.
  • Terapia contro l’alitosi.

Rispetto alle controparti generiche, il collutorio con Clorexidina va usato dopo 30 minuti dallo spazzolamento dei denti. Non va inoltre diluito in acqua, perché presenta già una concentrazione ideale. A seconda di quest’ultima cambiano anche i tempi di risciacquo: si va dai 15 secondi con concentrazione allo 0,30%, ai 60 secondi con concentrazione allo 0,12%, passando per i 30 secondi consigliati se la concentrazione è allo 0,20%.

Fortemente consigliata anche l’astensione da cibo, bevande alcoliche e fumo per l’ora successiva. Infine, è opportuno abbinare un dentifricio specifico, privo di quei componenti che possono annullare l’effetto del collutorio.

Clorexidina effetti collaterali

Le controindicazioni della Clorexidina sono per lo più legate a un suo utilizzo improprio, o prolungato. Generalmente non bisogna fare ricorso a un collutorio di questo tipo per più di 20 giorni consecutivi. Esistono tuttavia dei piccoli effetti collaterali da Clorexidina, legati principalmente alla possibile comparsa di inestetismi sulla superficie dei denti e della lingua. Le macchie da Clorexidina sono però facilmente eliminabili, con un intervento di igiene orale professionale.

Altri leggeri effetti collaterali da Clorexidina possono essere un’alterazione del gusto o la persistenza di un sapore amaro in bocca. Bisogna in ogni caso stare tranquilli: questi fastidi, molto comuni dopo un trattamento, sono reversibili e tendono a sparire spontaneamente in appena qualche giorno.

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