Biofilm batterico e denti

La nostra bocca è colonizzata da più di 400 specie di batteri. Si tratta di un’ecosistema molto complesso, difficile da mantenere in uno stato di equilibrio. Questi batteri vivono nella nostra bocca sia in forma libera, che in colonie organizzate chiamate con il nome di “biofilm batterico“. Vivere assieme per loro è vantaggioso perché cooperano riuscendo a procurarsi i nutrienti necessari, a riprodursi e a proteggersi dall’ambiente esterno (e dai farmaci con cui cerchiamo di attaccarli).

La formazione di un biofilm orale non sempre è una buona notizia e in questo articolo spieghiamo il perché.

Biofilm batterico – definizione

Con il termine biofilm batterico o “formazione biofilm” si indica un aggregato di microrganismi che si circondano di una matrice polimerica in grado di tenerli insieme e ancorarli saldamente a una superficie. Questa matrice è formata da zuccheri, DNA e proteine.

La formazione di un biofilm può avvenire in moltissime zone del nostro corpo e quando accade favorisce la nascita e la crescita di colonie che danno generalmente il via a delle infezioni. I biofilm sono per i batteri una sorta di scudo di protezione, capace di renderli molto più resistenti agli antibiotici di quanto lo siano quelli in forma fluttuante. Per questo, la prevenzione svolge un ruolo fondamentale nella gestione del rischio di formazione di un biofilm batterico orale e non.

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Formazione biofilm batterico – denti

Conosciuto sia come biofilm orale, che più comunemente come placca batterica, ha le stesse caratteristiche dei biofilm che si formano in altre zone del corpo. Tuttavia quando il biofilm batterico è sui denti è in grado di favorire l’esordio di patologie ben precise e molto serie. Per questo motivo, è importante prevenirne la formazione o intervenire in modo professionale per rimuoverlo.

Prima di capire come fare, facciamo un passo indietro per raccontare il processo di formazione del biofilm. Come si crea la placca dentaria? Il processo di formazione del biofilm batterico che si attacca ai denti inizia in modo spontaneo. Le fasi che i batteri seguono sono:

  • Adesione: i microrganismi raggiungono una superficie e aderiscono ad essa.
  • Colonizzazione: le cellule microbiche formano delle vere e proprie colonie.
  • Formazione: le cellule dei batteri creano la matrice extracellulare che è alla base del biofilm maturo.
  • Crescita: le cellule si organizzano per permettere il passaggio di acqua e nutrimenti.
  • Dispersione: quando il biofilm batterico è ben solido ed organizzato se ne staccano alcune porzioni per andare a colonizzare altre superfici.

Biofilm batterico che si attacca ai denti nel cavo orale: condizioni patologiche

Il biofilm batterico che si attacca ai denti è il principale responsabile delle infezioni croniche che danno origine a tre delle più diffuse patologie dentali.

  • La prima è la carie: se il biofilm include batteri capaci di convertire gli zuccheri in acidi, lo smalto dei denti viene corroso, dando origine alle carie.
  • Poi abbiamo la gengivite: si tratta di un’infezione cronica causata da batteri in grado di attaccare i tessuti che sostengono il dente, ovvero le gengive.
  • La terza patologia causata da un biofilm batterico sui denti è la parodontite. La parodontite è “l’evoluzione” della gengivite non curata. In casi estremi, la parodontite può portare addirittura alla caduta del dente sostenuto dalla gengiva corrotta.

Proprio perché il biofilm batterico orale è così pericoloso, è importante prevenirlo con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione.

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Biofilm batterico orale: soluzioni

Il processo di formazione del biofilm sui denti è molto rapido e se non è interrotto alle prime fasi diventa presto responsabile delle più comuni patologie del cavo orale. Le quattro tecniche di prevenzione principali sono:

  • Spazzolare i denti in modo corretto con lo spazzolino dopo i pasti.
  • Usare il filo interdentale.
  • L’igiene orale professionale, eseguita periodicamente da un dentista. Questa è più accurata e profonda della classica spazzolatura e usa diverse tecniche per neutralizzare eventuali biofilm batterici che si attaccano sui denti.
  • Se necessario, scegliere e usare il giusto collutorio con l’aiuto di un professionista.

Quando si parla di collutori e antibatterici, la clorexidina è considerata uno degli agenti con la maggior efficacia. Grazie alla sua componente battericida, la clorexidina agisce contro i biofilm batterici aumentando la permeabilità della loro membrana cellulare, causando la precipitazione delle sostanze al loro interno e provocando così la morte delle cellule.

Per la sua composizione dal punto di vista chimico, la clorexidina risulta poco solubile in acqua. Per questo motivo nei presidi medici e nei collutori in cui è contenuta viene quasi sempre combinata con l’acido gluconico, capace di rendere la soluzione idrosolubile al fine di un utilizzo più facile e sicuro per i pazienti.

Un uso improprio e un abuso di collutori e sostanze a base di clorexidina può portare solitamente a una serie di effetti collaterali spiacevoli, come le discromie dentali. Per questo è molto importante che sia il dentista a consigliare e prescrivere il collutorio più adatto alla propria situazione.

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