Odontoiatria estetica: discromia dentale e otturazioni in composito

L’odontoiatria estetica è quella branca della materia che studia metodi di cura per le patologie dentali che rispettino la bellezza del sorriso del paziente. Molte delle problematiche a livello dentale e orale hanno come conseguenza un inestetismo, un difetto estetico. Due delle più frequenti sono le discromie dentali e le carie profonde.

La discromia dentale è la presenza di una variazione di colore del dente rispetto al resto delle arcate. Può essere estrinseca o intrinseca, ovvero riguardare o la superfice del dente o la dentina stessa. Le carie sono un processo distruttivo progressivo dei tessuti duri del dente (smalto, dentina e cemento). Quando raggiungono la profondità del dente devono essere otturate dopo la rimozione del tessuto cariato per evitare che si riformino. Anche le otturazioni possono generare inestetismi sul lungo periodo, soprattutto se il materiale per otturazioni odontoiatriche di cui sono fatte è troppo poroso.

Le soluzioni che preservano l’estetica dentale per questi casi sono molteplici e si dividono su più livelli in base alla gravità della situazione. Il primo passo è sempre l’igiene orale professionale: questo trattamento non invasivo riesce a risolvere i problemi più semplici e a prevenire i danni più gravi. Una volta completata la pulizia, si opta per una soluzione ad hoc per ogni paziente: si va dall’otturazione semplice all’installazione di faccette dentali o intere capsule che proteggano ciò che resta del dente.

L’obiettivo è sempre quello di riportare la dentatura in salute e di preservare allo stesso tempo l’estetica del sorriso del paziente.

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Discromia dentale: cause e tipologie

Una discromia dentale è una qualsiasi alterazione del colore del dente su una sua porzione o su tutta la sua superfice. Un’importante premessa: il colore del dente è dato dalla combinazione cromatica dello smalto e della dentina sottostante. Il primo è prevalentemente trasparente, mentre la seconda tende al giallo. La tinta dei denti infatti non è mai di un bianco puro, ma può tendere al grigio o al giallo in base alle situazioni.

La discromie si dividono in due grandi categorie:

  • Discromie estrinseche: si tratta di discromie superficiali e facilmente removibili. Le cause sono la scarsa igiene orale che provoca la formazione eccessiva di placca e tartaro e il consumo di cibi e bevande pigmentanti. Alcuni esempi sono il caffé, il vino rosso e la liquirizia.
  • Discromie intrinseche: sono discromie che si generano nella profondità del dente. Solitamente sono causate da traumi, malattie congenite o dall’assunzione prolungata di alcuni farmaci come il fluoro.

Il colore delle macchie aiuta a comprenderne l’origine:

  • Le macchie gialle sono tipiche di chi consuma molto caffè o sigarette. In alcuni casi sono dovute all’invecchiamento naturale del dente o si tratta di segnali che preludono a una carie.
  • Le macchie marroni sono spesso causate da un impiego errato di colluttori a base di clorexidina.
  • Le macchie nere sono carie in fase avanzata e sono causate da scarsa igiene orale o dall’assunzione frequente di cibi dolci e/o acidi.

Di fronte a una discromia dentale è fondamentale agire d’anticipo. Innanzitutto è bene riconoscere le cattive abitudini che ne favoriscono la generazione e cessarle il prima possibile. Se lo smalto o la dentina sono già stati compromessi è bene recarsi da un professionista per una pulizia profonda e accurata che cerchi di ripristinare tutto il possibile. La soluzione che prevede di installare faccette o capsule sul dente è solamente un punto di arrivo, una soluzione finale che viene adottata come ultima alternativa. Questo per prediligere interventi meno invasivi e che puntino a preservare il dente originale: per questo solitamente viene interpellato un professionista di odontoiatria conservativa.

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Otturazioni in composito: perché macchiano i denti

Nel momento in cui una carie ha raggiunto la profondità del dente diventa opportuno rimuovere il tessuto cariato e otturare ciò che resta. In questo modo il dente viene pulito e protetto da rischi futuri di infezione.

Per applicare un’otturazione il dente viene preparato secondo un preciso protocollo che prevede l’irruvidamento della superficie da ricostruire, l’applicazione dell’adesivo, la stratificazione e la modellazione del composito. Una volta terminata la procedura si prosegue con una prova masticatoria, per assicurarsi che il dente svolga la sua funzione, e una prova con filo interdentale, per verificare che non ci siano “gradini” ai margini dell’otturazione.

Anche le otturazioni però, col tempo, possono far emergere delle macchie sul dente. Il materiale per le otturazioni odontoiatriche è composto da due sostanze: i cristalli e il riempitivo. Soprattutto in passato, le proporzioni tra i due materiali privilegiavano il riempitivo. In questo modo il tessuto del composito risulta poroso e di conseguenza a lungo andare i coloranti si possono infiltrare senza incontrare solide resistenze. Per questo motivo, soprattutto per le otturazioni realizzate in passato, è possibile riscontrare delle pigmentazioni del materiale a danno dell’estetica del dente.

Di fronte a questa situazione si decide di sostituire l’otturazione con un amalgama meno poroso. Se questo non è possibile, si procede all’applicazione di faccette che coprano il dente, aggiungendo un ulteriore grado di protezione.

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