Corticotomia ortodontica: tecnica, efficacia, risultati

Negli ultimi anni un numero crescente di adulti chiede di eseguire degli interventi di ortodonzia. Si tratta spesso di persone che da piccole non sono riuscite a frequentare il dentista o a cui durante la crescita la dentatura è peggiorata. Il problema di cominciare un percorso di ortodonzia con soggetti maggiori di 22 anni sono i tempi della terapia. In un adulto infatti i denti non sono così mobili come in un bambino: crescendo si perde in parte la loro motilità perché si stabilizzano sempre più fermamente in una posizione specifica rispetto all’osso.

Il fattore crescita allunga quindi inevitabilmente i tempi della terapia e spesso questo fatto si scontra con la volontà del paziente, che proprio perché adulto vorrebbe risolvere la propria condizione il più velocemente possibile. Esiste una tecnica volta proprio ad aumentare la velocità di trattamenti ortodontici negli adulti: la corticotomia dentale.

La corticotomia ortodontica prevede un’incisione ossea che induca uno stato di osteopenia transitoria focale, ovvero una riduzione temporanea della massa ossea. L’incisione può essere più o meno invasiva in base alla gravità del caso trattato e nella maggior parte dei casi assicura una riduzione del 60% dei tempi della terapia.

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Corticotomia ortodontica: tecnica

Le origini della tecnica della corticotomia dentale risalgono all’inizio del 900. In questi 120 anni sono stati fatti diversi passi avanti, soprattutto in fatto di tecniche e strumenti a disposizione. Oggi la corticotomia viene fatta seguendo due tecniche fondamentali, una generalmente più invasiva e l’altra meno.

La prima, quella più diffusa, consiste nell’incidere con una fresa chirurgica la corticale del tessuto osseo alveolare eseguendo due tagli verticali e uno orizzontale. Esiste una variante a questa tecnica che prevede l’esecuzione di incisioni puntiformi invece che lineari. L’intervento avviene sotto anestesia locale.

La seconda prevede l’utilizzo di un manipolo piezoelettrico e un’incisione meno invasiva detta piezocisione. Si tratta sempre di tagli lineari verticali eseguiti in maniera automatica dalla macchina. Per far sì che la piezocisione funzioni, viene fatta una scansione 3D delle arcate e viene creata una guida per il manipolo per aumentarne la precisione.

Entrambe le tecniche sono valide e riportano buoni risultati nel diminuire la durata della terapia ortodontica in pazienti adulti. Nel prossimo paragrafo vedremo quali sono i casi in cui sono più efficaci e quando invece è preferibile non utilizzarle.

 

Corticotomia dentale: in quali casi va utilizzata

Sono diversi i casi clinici in cui la corticotomia ortodontica è stata utilizzata e ha dato dei buoni risultati. Ecco di seguito i più frequenti.

  • Affollamento dentario anteriore dato da denti sovrannumerari. Differenti autori dimostrano l’efficacia della corticotomia nel trattamento dell’affollamento dentario in pazienti adulti. In questo caso si può optare per incisioni poco invasive per ottenere il risultato desiderato entro circa 17 settimane contro le 49 solitamente necessarie.
  • Promuovere l’eruzione in arcata di elementi inclusi. La corticotomia può essere utilizzata anche per il recupero di elementi inclusi accelerando il loro riposizionamento in arcata. Solitamente si tratta di canini inclusi nel palato.
  • Accelerare la distalizzazione dei canini dopo l’avulsione dei primi molari. In questo caso la corticotomia ortodontica porta la durata del trattamento a circa 12 giorni.
  • Promuovere le espansioni ortodontiche. La rapida espansione di tipo ortopedico comporta cambiamenti morfo-strutturali notevoli che richiedono un grande sforzo di adattamento ai tessuti. La corticotomia punta a facilitare questo processo rendendo più facili i movimenti.
  • Intrusione molare e correzione dell’open bite. In questi casi si riesce a risolvere il quadro clinico in un tempo all’incirca di 6 settimane.
  • Altri casi. La corticotomia ortodontica può essere utilizzata anche in altri casi. In generale, qualsiasi operazione ortodontica che implica uno spostamento della posizione dei denti in un adulto può beneficiare della corticotomia.

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Corticotomia ortodontica: risultati e controindicazioni

Esistono delle eccezioni, dei casi in cui la corticotomia dentale non è consigliata. Nello specifico, se il paziente ha una malattia parodontale attiva, una recessione gengivale o un’infezione orale è meglio non inficiare ulteriormente i tessuti con delle incisioni.

Anche una protratta terapia a base di corticosteroidi, FANS o inibitori delle prostaglandine rappresenta una controindicazione a questa terapia.

In tutti gli altri casi la corticotomia ortodontica non solo si può fare, ma è anche consigliata per accelerare i tempi del trattamento negli adulti. Portare un apparecchio per diversi mesi oggi può rappresentare un disagio dal punto di vista estetico ma anche psicologico.

Molti pazienti preferiscono optare per una via più breve, anche se più invasiva, per risolvere la propria situazione. La corticotomia dentale è la soluzione: una terapia con pochissimi effetti collaterali o complicanze che è capace di accelerare di gran lunga i tempi dell’ortodonzia.

In media, grazie a questa tecnica si riesce a raggiungere il risultato desiderato risparmiando circa i due terzi del tempo che normalmente si impiegherebbe.

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