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Diabete e Parodontite: quali relazioni tra le due patologie?

Il diabete e la parodontite sono due patologie che spessissimo si presentano insieme. Addirittura, la parodontite può essere un indizio fondamentale per portare alla diagnosi del diabete in assenza di altri sintomi evidenti.

Prima di analizzare le loro relazioni, passiamo ad esaminare ognuna delle due patologie separatamente.

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Parodontite: cos’è e quali sono i numeri in Italia?

La parodontite è una patologia a carico delle gengive e più in generale di tutti i tessuti che fanno da supporto al dente. Questa va quindi a minare la corretta posizione e la stabilità dei denti definitivi.

Conosciuta comunemente anche come piorrea, la parodontite è una sindrome infiammatoria cronica causata da alcuni batteri che si moltiplicano all’interno della bocca e che non vengono rimossi attraverso la pulizia o combattuti adeguatamente dal sistema immunitario del paziente.

Le gengive infiammate si ritraggono e sanguinano, finendo con l’esporre la parte radicale del dente. Con il progressivo indebolimento della gengiva e degli altri tessuti che ne assicurano la tenuta, il dente comincia a traballare e a cariarsi, inoltre finisce quasi inevitabilmente per cadere.

Secondo i dati diffusi dal Ministero Italiano della Salute, il 60% degli italiani soffre della malattia parodontale. Un malato su dieci vede la propria situazione aggravarsi, fino a sviluppare forme avanzate di piorrea. La fascia d’età maggiormente colpita è quella che va tra i 35 ai 44 anni. Ecco perchè è fondamentale non trascurare questo disturbo e recarsi subito a fare un controllo da un dentista esperto di Parodontologia.

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Diabete: tipologie e dati

Sono circa 3,9 milioni gli italiani che soffrono di diabete.

Questa patologia è una malattia cronica causata dalla carenza assoluta o relativa di insulina in un’organismo. L’insulina, prodotta dal pancreas, favorisce l’assunzione del glucosio da parte delle cellule del corpo. Quando l’insulina è assente, o presente in quantità insufficienti a svolgere la sua funzione, il glucosio non consumato dalle cellule si accumula nel sangue.

Un soggetto diabetico quindi presenta alti valori glicemici che comportano varie conseguenze negative per il benessere dell’organismo. I danni più frequenti sono a carico di occhi, reni, cuore, vasi sanguigni e nervi periferici.

Esistono vari tipi di diabete: il diabete mellito, più diffuso, e il diabete insipido. A sua volta il diabete mellino si manifesta in diverse tipologie di diabete:

  • Tipo 1: infantile.
  • Tipo 1,5: autoimmune, latente negli adulti.
  • Tipo 2: familiare non autoimmune.
  • Gestazionale: si sviluppa nelle donne incinte.
  • MODY: si manifesta nell’adolescenza a causa della mutazione di un singolo gene (tra i sei che possono portare a sei diverse forme di diabete MODY).

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Diabete e parodontite: un circolo vizioso

In linea generale i pazienti diabetici, soprattutto quelli che non seguono terapie farmacologiche, sono più predisposti ad ammalarsi e a sviluppare complicanze dentali e parodontali, a causa del fatto che i batteri che causano la parodontite si moltiplicano in maniera più evidente in presenza di grosse quantità di zucchero. Come abbiamo appena visto, il sangue di un diabetico è particolarmente ricco di glucosio e questo favorisce enormemente l’aggravarsi della parodontite.

I pazienti diabetici presentano spesso difficoltà di coagulazione e possono pertanto andare incontro a sanguinamenti copiosi che rendono ancora più difficile la gestione della parodontite.

Ne deriva che la parodontite è un indizio prezioso per diagnosticare un diabete non ancora evidente. Procedere a controlli ortodontici frequenti e costanti, nonché a un’attenta disinfezione della bocca, anche attraverso sedute di igiene orale professionale, è l’unica strategia attraverso cui è attualmente possibile tenere sotto controllo la piorrea nei pazienti diabetici.

Se hai bisogno di una visita di controllo contatta lo Studio Dentistico Dottor Gola – dentista a Casteggio.

Leggi anche l’articolo: Sbiancamento dentale laser e a LED.

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Implantologia dentale: vantaggi e controindicazioni

L’implantologia dentale ci viene incontro quando la salute dei denti è compromessa. Se non ci prendiamo cura dei nostri denti, le situazione degenera portandoci ad attraversare tante difficoltà nella vita di ogni giorno: non siamo più sicuri del nostro sorriso e magari tendiamo a nasconderlo portando una mano alla bocca, oppure masticare qualunque tipo di alimento solido diventa una sfida faticosa.

Se abbiamo perso dei denti definitivi la soluzione migliore è rappresentata dalle moderne tecniche dell’implantologia dentale. Infatti, grazie a nuove soluzioni in ambito di anestesia e di materiali protesici, sono molti gli aspetti positivi per prediligere l’implantologia dentale.

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L’implantologia dentale non mina la salute dei denti già presenti

La protesi che il dentista installa nel cavo orale del paziente è un elemento autoportante. Nel gergo dell’implantologia dentale vuol dire che l’impianto non fa leva sugli altri denti definitivi presenti nella bocca, questo perchè viene installato nelle ossa mascellari tramite viti in titanio.

La situazione inversa si ha nel caso dei ponti che per essere sostenuti  necessitano del supporto dei denti adiacenti: infatti per dare la forma adatta a sostenere il ponte occorre limare e a volte devitalizzare questi elementi. Nel caso si tratti di denti sani viene creato un danno biologico irreversibile.

L’implantologia dentale offre soluzioni di durata notevole

Quando ci si sottopone a uno o più interventi chirurgici ci si aspetta che i risultati siano definitivi. L’implantologia dentale realizza tutto ciò e, se il paziente segue tutte le indicazioni del dentista, la protesi dura decenni.

Oltre alle visite di controllo il paziente deve avere cura dell’impianto sottoponendosi regolarmente a sedute di igiene orale professionale.

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L’implantologia dentale evita il riassorbimento osseo

La struttura ossea che si trova intorno alla radice del dente ha una natura molto differente dalle altre ossa presenti nel nostro corpo. Qualora manchi il dente, questa impalcatura tende a riassorbirsi.

L’implantologia dentale evita il progredire di tale alterazione perchè le viti su cui si imperniano le protesi fungono da radici dei denti. Bisogna subito provvedere contro il riassorbimento osseo perchè può portare a serie complicazioni andando ad inficiare la corretta masticazione e articolazione della bocca.

L’implantologia dentale ridà confidenza

L’implantologia dentale non solo ridà confidenza da un punto di vista sociale facendoti mostrare il tuo miglior sorriso, ma ti permette di poter contare su denti solidi che non percepirai mai come un corpo estraneo.

Anche nei casi di edentulia totale, ossia assenza di tutti i denti, l’implantologia dentale funziona facendoti tornare ad essere sereno da ogni punto di vista.

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L’implantologia dentale ha tempi brevi

L’implantologia dentale a carico immediato ha tempistiche incredibilmente brevi rispetto ad altri interventi: in appena 24-72 ore il paziente ha dei denti nuovi da poter utilizzare nella quotidianità.

Grazie all’avanzamento nella ricerca medica il dolore percepito è minimo rispetto al passato:

  • L’implantologia transmucosa, anche detta flapless, permette al dentista di effettuare un buco direttamente sulla gengiva per poi avvitare direttamente l’impianto nell’osso. Quindi con un intervento chirurgico molto meno traumatico.
  • La sedazione cosciente rilassa il paziente senza addormentarlo: diviene così un paziente collaborativo che non soffrirà dolore durante l’operazione.
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Implantologia dentale: controindicazioni

Generalmente l’implantologia dentale e le operazioni di chirurgia che la accompagnano sono ben tollerate dalla maggior parte dei pazienti. Tuttavia vi sono dei casi in cui occorre particolare attenzione da parte del dentista, poichè si trova di fronte a quadri clinici delicati. Ricordati di rivolgiterti sempre a professionisti precisi e affidabili come il tuo dentista a Pavia:

  • soggetti cardiopatici
  • soggetti oncologici
  • soggetti che presentano patologie ossee
  • soggetti affetti patologie immunitarie
  • soggetti diabetici
  • soggetti in età di sviluppo

Leggi anche l’articolo: Implantologia dentale: materiali e metodi.

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Implantologia dentale: materiali e metodi

Per implantologia dentale si intende l’inserimento chirurgico di viti metalliche in titanio nell’osso mandibolare o mascellare di un paziente: lo scopo è quello di riprodurre la radice naturale di un dente, permettendo la riabilitazione funzionale di eventuali edentulismi totali o parziali.

La condizione per poter inserire gli impianti nell’arcata mandibolare o mascellare è che ci sia una quantità e una qualità di osso adeguata che permetta il realizzarsi di quel fenomeno chiamato osteointegrazione. Questa consiste nella produzione di nuovo osso che avvolge la vite in titanio, la cui superficie è stata opportunamente trattata, e la rende un tutt’uno con l’osso circostante.

Nei casi in cui non sia presente una quantità di osso adeguata si ricorre alle metodiche di rigenerazione ossea. Infatti è possibile utilizzare osso proveniente dal paziente stesso (autologo), da cadavere (omologo), o da animali (eterologo) oppure con tessuti ossei di sintesi (alloplastici) come l’idrossiapatite, i fosfati di calcio e l’acido polilattico. Il materiale migliore che può essere utilizzato è l’osso proveniente dal paziente stesso sia in forma particolata (piccoli pezzetti), sia in forma di blocchetti (a seconda delle dimensioni del difetto da riempire).

Si può poi utilizzare anche osso di cadavere o di animale, previa sterilizzazione, che in questo caso hanno la funzione di riempitivo: vanno a creare una struttura tridimensionale che favorisce la colonizzazione delle cellule ossee dell’ospite dando luogo alla formazione di nuovo osso.

Quando si devono inserire impianti nell’arcata superiore nella zona dei molari si ricorre ad una tecnica di rigenerazione chiamata rialzo del seno mascellare. Questa tecnica prevede l’incremento osseo mediante l’inserimento di derivati ossei in forma particolata (autologo o di sintesi) nella cavità del seno mascellare, ovvero tra il pavimento del medesimo e la membrana interna che lo riveste.

L’impianto può essere inserito subito dopo l’estrazione dentale (impianto postestrattivo) e tale metodica prevede che si abbia una buona stabilità primaria. Il carico dell’impianto, ossia il momento in cui si installano i “denti nuovi”, può essere immediato oppure differito.

L’implantologia dentale ha un ventaglio di applicazioni molto vasto spaziando da interventi dettati da una volontà prettamente estetica del paziente di voler correggere degli inestetismi, a ricostruzioni a seguito di traumi come ad esempio fratture mascellari.

Chiaramente il dentista deve avere conoscenze profonde nella parodontologia per seguire nel tempo il condizionamento dei tessuti molli intorno all’impianto installato e garantire una perfetta stabilità ai “nuovi denti“.

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Implantologia dentale: mimetismo e armonia

Il dentista valuta lo stato della salute del cavo orale del paziente e decide come procedere per eseguire l’intervento di implantologia dentale nel modo migliore possibile. Per operare al meglio il professionista si basa principalmente su parametri legati al mimetismo: ciò significa che il nuovo impianto deve essere perfettamente identico ai denti già esistenti, diventando indistinguibile.

La valutazione preliminare dell’implantologia dentale tiene conto quindi anche della forma dei denti posizionati in prossimità della protesi, del loro colore, della dimensione e di come sono integrati nei tessuti molli. Ad oggi vi è sempre una maggiore richiesta di interventi di implantologia dentale, pertanto sono state aggiornate le linee guida e i protocolli operativi a cui il dentista si deve attenere.

In tal modo si tutela il paziente che vuole raggiungere un certo risultato riabilitativo e/o estetico.

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Implantologia dentale: operazioni preliminari

Durante la prima visita gratuita il dentista effettua un’accurata analisi della storia clinica pregressa, nonchè delle attuali condizioni del cavo orale del paziente.

Per avere un quadro completo il medico si avvale di indagini strumentali come la panoramica o la tc cone beam. L’esame clinico associato agli esami strumentali ci permettono di fare una accurata diagnosi sulla qualità e quantità dell’osso, sulle condizioni parodontali, sulle condizioni generali del paziente e dell’apparato stomatognatico.

Suddetto intervento diagnostico è fondamentale perchè, per esempio qualora le gengive e il parodonto siano compromessi da processi infettivi, occorre effettuare una terapia preventiva attraverso sedute di igiene orale professionale.

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Implantologia dentale: stesura del piano clinico di trattamento

Il paziente che necessita di un intervento di implantologia dentale si presenta nello studio in condizioni variabili: può avere uno o più denti compromessi che devono essere estratti oppure può essere edentulo. La riabilitazione può quindi riguardare uno o più denti fino ad interessare una o entrambe le arcate.

Quando il dentista elabora il piano clinico di trattamento tiene conto di svariati elementi:

  • Valutazione quantità e qualità dell’osso
  • Valutazione del rapporto dento-labiale che consiste nel misurare non solo l’esposizione gengivale quando il paziente sorride, ma anche la distanza tra labbro e denti.
  • Analisi tramite radiografia dei picchi ossei interdentali.
  • Individuazione del biotipo gengivale tenendo in considerazione forma e misure delle papille interdentali e stato di cheratinizzazione del parodonto.
  • Variazioni di cromie date da protesi già presenti nel cavo orale del paziente.

Lo studio del caso passa anche attraverso il confezionamento di protesi o mascherine provvisorie che applicate al paziente possano rilevare difetti estetici, funzionali o di fonazione i quali devono essere conosciuti ed eventualmente corretti prima del posizionamento degli impianti.

La preparazione per l’intervento di implantologia dentale in alcuni casi prevede anche la realizzazione di una dima chirurgica che permette la massima precisione per il posizionamento delle viti che sosterranno le protesi. Tutto questo rappresenta il percorso da seguire nello scegliere il numero e la posizione migliore degli impianti da inserire.

Oltre alla evidenza oggettiva del quadro clinico, il dentista pone particolare cura nel dialogo col paziente per comprendere cosa vuole ottenere tramite l’implantologia dentale e per prepararlo su cosa si deve aspettare nelle varie fasi terapeutiche.

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Implantologia dentale: l’intervento

Quando si arriva al giorno dell’intervento di implantologia dentale si è ormai deciso praticamente tutto: tipo di protesi, dimensione e posizione delle viti, se è necessario un intervento di rigenerazione ossea, quando e come caricare gli impianti. Infatti meno sono gli imprevisti più è predicibile il risultato.

L’intervento di chirurgia di posizionamento della vite nell’osso si articola in più fasi: dopo aver effettuato l’anestesia viene effettuata l’incisione della mucosa che permette di accedere all’osso, vengono poi utilizzate una serie di frese calibrate a diametro crescente fino al raggiungimento del diametro desiderato ed infine avviene l’inserimento della vite che, una volta posizionata, deve avere una buona stabilità.

Implantologia dentale: decorso post-operatorio

Il decorso post-operatorio dell’implantologia dentale può presentare le medesime conseguenze di qualsiasi intervento chirurgico rappresentate da tumefazione, sanguinamento e lieve dolenzia. Tuttavia, tendenzialmente, sono interventi che non hanno decorsi importanti.

L’integrazione degli impianti avviene in circa 5 mesi per il mascellare superiore e in circa tre mesi per la mandibola. Durante questo periodo, il paziente viene tenuto sotto controllo con visite e controlli radiografici con cadenza mensile in modo da valutare la corretta osteointegrazione.

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Implantologia dentale: conclusioni

Ogni singolo ingranaggio del sistema terapeutico è più che mai importante nell’implantologia dentale ed occorre la massima professionalità come quella del tuo dentista a Pavia:

  • La pianificazione precedente l’operazione permette di intercettare tutte quelle complicazioni cliniche che potrebbero insorgere.
  • L’operatività deve rispettare i tempi di guarigione dei tessuti parodontali: affrettare o posticipare gli interventi può provocare danni seri alla salute del paziente.
  • Il percorso finale serve a monitorare le condizioni del cavo orale del paziente e di correggere il tiro qualora necessario.

Leggi anche l’articolo: Faccette dentali provvisorie e faccette dentali definitive.